Perchè una targa all’antifascista Benedetto D’Innocenzo?

ARTICOLO TRATTO DA www.saperincampania.it DI Paola Broccoli

Una giornata all’insegna dei valori di uguaglianza, libertà e partecipazione, in poche parole Antifascismo, quella del 24 aprile 2013 a Calvi Risorta.

La giornata organizzata dalla Piccola Libreria 80mq, giunta al suo quarto anno di attività, è una delle rare iniziative in occasione del 25 aprile che si terranno sul territorio casertano.

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Il tema della memoria collettiva è di cogente attualità. […] Essa viene utilizzato dagli storici ufficiali, dai politici, dai giornalisti, dai testi scolastici e così via. Le possibili discordanze tra la storia ufficiale e quella non ufficiale, rendono la memoria collettiva pericolosamente anarchica e creano preoccupazione alle oligarchie e ai detentori del potere, che spesso strumentalizzano, occultano, pilotano il flusso. 

La storia può divenire un racconto fatto con oblii e dimenticanze. Quando i testimoni si estingueranno, la memoria tenderà a scomparire, gli ottantenni moriranno e l’interesse per i fatti scemerà.

[…]

Chi è Benedetto D’Innocenzo?

Il suo ruolo di militante è storicamente documentato soprattutto negli scritti di Giuseppe Capobianco, uno dei fondatori del Pci in Terra di Lavoro. Con Corrado Graziadei, amico e compagno di partito, condivise tutto il percorso politico “dagli anni bui” come li definisce Capobianco al periodo di confino a Tremiti ed insieme ricostruirono il Pci a partire dal 1938, allorquando rientrarono dal confino.
Nel 1925 viene sorpreso ad affiggere manifesti contro il fascismo e fu da allora schedato dalla polizia fascista. La sua attività non cessò mai. Fu arrestato 37 volte. Veniva portato a Pignataro ma conobbe il carcere di Lucera e il confino alle isole Tremiti con Corrado Graziadei. Taverna Mele l’abitazione di D’Innocenzo ubicata sulla Casilina è stata per anni una sede operativa in cui si tenevano congressi, si ospitavano militanti, si redigevano e stampavano documenti.
Lì sono passati Celeste Negarville, Umberto Terracini, Antonio Gramsci, Giorgio Napolitano e tanti altri. Benedetto era un imprenditore, produceva le gazzose, amava la sua famiglia, amava la musica: suonava pianoforte chitarra e clarinetto ed adorava l’opera lirica. Era un uomo di parte: era comunista e antifascista. Contro la violenza, l’oppressione per la liberà e la democrazia.

Conclusa LIBrERiAZIONE – La memoria antifascista in IV anni di 80mq

Un altro anno di attività è passato: il 25 Aprile 2013 la Piccola Libreria 80mq ha compiuto 4 anni.

Abbiamo festeggiato il nostro anniversario con il tradizionale appuntamento “LIBrERiAZIONE, una manifestazione per avere memoria dell’antifascismo in Terra di Lavoro e ricordare che bisogna mantenere alta la guardia “Oggi come ieri”, perché il sopruso, l’arroganza e la violenza sono costantemente presenti.

L’appuntamento, nell’idea di estrapolare i concetti di uguaglianza, libertà e solidarietà, è stato inaugurato da una mostra385819_490891907647781_1384205754_n fotografica sui beni comuni. Più di 30 scatti di quasi 15 autori che, provenienti da tutta la provincia, hanno dato la loro interpretazione di Bene Comune. Nonostante la difficoltà del tema, sono stati molti gli scatti originali, tutti improntati alla necessità di individuare spazi comuni su cui lavorare. Per chi fosse interessato la mostra rimarrà visitabile fino al 4 maggio, negli orari di apertura.

554624_490856100984695_472389720_nA seguire, abbiamo ricordato Benedetto D’Innocenzo, antifascista caleno, militante nel clandestino PCI Terra di Lavoro, che da adolescente fino alla morte ha sempre combattuto la cultura fascista, rischiando la vita più volte durante il ventennio nero. Paola Broccoli, pronipote di D’Innocenzo,  he letto un carteggio in cui traspariva la sofferenze della famiglia D’Innocenzo, unita alla voglia di continuare a resistere.

Altro intervento prima del concerto è stato quello degli attivisti del Movimento No Gas, in lotta contro la costruzione 305850_490890814314557_110314524_ndell’impianto di Gassificazione dei rifiuti a Capua, imposto dall’alto contro la volontà delle comunità locali, che anzi propongono una gestione diversa dei rifiuti, che mira alla riduzione e riciclo anziché l’incenerimento, infatti a tal proposito era ed è tutt’ora possibile firmare la petizione popolare per la proposta di legge rifiuti zero.

In serata, infine, abbiamo continuato con un concerto che ha visto alternarsi sul palco, dapprima le acclamatissime band Inner killer Event e KarmaCovo e a seguire la rock band napoletana BISCA che con le loro note antifasciste hanno 63118_490917554311883_1094158916_naccompagnato la serata fino alla conclusione, che ha visto il tradizionale taglio della torta.

Questo è quanto fino ad oggi. Di sicuro avremo ancora molto da raccontare per i prossimi anni, visto che il sostegno e la forza non mancano mai, a dimostrare che l’esigenza di una coscienza sociale e culturale si sta rigenerando nei nostri territori.

Rimettere al centro i Beni Comuni, la sfida del XXI secolo

Negli ultimi anni abbiamo assistito allo sviluppo di accesi dibatti sul concetto di bene comune, un concetto difficile da sintetizzare, perchè può contenere tutto e il contrario di tutto.

Per iniziare, la definizione giuridica vede la distinzione tra beni comuni, beni privati e beni pubblici; gli ultimi due sono colonne portanti dell’economi di mercato, mentre i primi minano alle sue basi; non basta riassumere i Beni Comuni come un fallimento dell’economia del XXI secolo, ma di certo essi rivoluzionano il rapporto che c’è tra l’uomo e le cose, dunque mettono in discussione il concetto di proprietà individuale, opponendo ad essa la dimensione collettiva.

Andando oltre la definizione giuridica, i beni comuni si fondano su rapporti socio-economici orizzontali (tra individui e non tra lavoratore/imprenditore), cioè improntati non più sull’utilità e il profitto ma sulla solidarietà. I beni comuni sono espressione dell’esercizio delle libertà fondamentali dell’uomo, dello sviluppo delle capacità e della personalità individuale e comunitaria, quindi delle coscienze.

L’acqua, l’ambiente, la cultura ma anche la più vicina Cales, con i suoi splendori e la sua storia, sono esempi pratici e più volte ripresi di Beni Comuni. L’elenco non è certo finito, bisogna anzi ampliarlo facendo fronte comune per una partecipazione diffusa in loro difesa.

L’attacco ai Beni Comuni è quindi un attacco alla gestione delle comunità, la loro tutela, invece, sottre i beni al profitto e garantisce una utilità diffusa e sociale di essi. I beni comuni rappresentano quindi la sfida del nostro tempo, con cui la politica deve necessariamente confrontarsi per costruire un nuovo modello sociale.

La libertà è partecipazione*

Come associazione impegnata sul territorio da quasi quattro anni, abbiamo un’idea chiara di cosa sta accadendo e di cosa è giusto fare in questa delicata fase storica. Abbiamo preferito aspettare che trascorressero le due giornate di elezioni politiche per dire la nostra. Non ci interessava infatti fare appelli al voto o al non voto vista la nostra natura apartitica; riteniamo di rispettare chi, riconoscendosi o no in un partito o lista elettorale, si è recato in cabina elettorale, così come rispettiamo chi ha scelto di non votare, come segno di protesta contro la classe politica italiana.

Ciò che ci preme dire a tutti è, però, di rimboccarci le maniche per costruire un’alternativa. Non limitiamo la nostra voglia di cambiamento ai soli giorni delle elezioni, ma agiamo tutti i giorni per essere soggetti “attivi” e determinanti per il nostro territorio. Crediamo infatti che mai come oggi ci sia un forte bisogno di partecipazione, su tutti i campi e in ogni luogo.

La strada da perseguire è dunque nel creare realtà che sappiano fare sintesi tra i valori di solidarietà, libertà, uguaglianza e giustizia. Questo sarà possibile lavorando sulla coscienza delle persone (in primis la nostra), facendo si che la gestione della “cosa comune” sia condivisa tra tutti, perché tutti devono riconoscere l’importanza della condivisione delle idee e della lotta collettiva in difesa della dignità umana.

Ciò che chiediamo non sarà mai di votare per qualcuno o di non votare; ciò che chiediamo è impegno e coscienza sfruttando le divergenze esistenti per il raggiungimento di obiettivi improntati a valori comuni.

Tutto ciò è riassunto in una frase che Antonio Gramsci scrisse nella rivista “La Città futura”:

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.”

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*1: il titolo dell’articolo è liberamente tratto dalla canzone di Giorgio Gaber “La libertà”

Sull’incontro antiabortista del 5 gannaio a Caserta

La libertà di scelta è un valore che va sempre difesa e tutelata; essa non deve trovare l’ostacolo delle idee altrui, soprattutto quando queste risultano restrittive e retrograde.

Queste poche parole sono il motivo alla base di questo nostro articolo di indignazione. Indignazione nel sapere che a Caserta, il 5 gennaio, si svolgerà un nuovo incontro del movimento antiabortista, comitato di portata nazionale che vorrebbe eliminare la legge 194, che concede il diritto a procedere a terapie abortive entro i 90 giorni dal concepimento.

Ciò che ci fa rabbia non è la divergenza di idee, che muove noi per la totale libertà di scelta e tali comitati per la costrizione a gravidanze difficili, involontarie e spesso sofferte di donne che hanno la facoltà di poter scegliere in autonomia e con coscienza cosa è giusto fare della propria vita.

Ciò che ci fa rabbia è sapere che a capo del comitato casertano c’è un rappresentante del sistema formativo casertano, preside delle scuole di Pignataro Maggiore, il prof. Paolo Mesolella, un educatore che dovrebbe insegnare ai propri alunni la libertà come valore fondamentale dello Stato e della comunità in cui vivono; una libertà costruita su scelte personali che non incidono sulla vita di altri.

Ciò che ci fa rabbia non è sapere che qualcuno possa minare questa libertà, perché siamo convinti che in molti ci alzeremo a difesa di essa quando la minaccia sarà concreta, ciò che ci fa rabbia è sapere che mentre in Italia viviamo una crisi economica e culturale, che ci ha portato a fare passi indietro in termini di giustizia sociale, c’è chi si adopera per osteggiare la scelta di poter interrompere o meno una gravidanza, limitando quindi la sua libertà. C’è chi è convinto di poter decidere su scelte delicate e personali che non potrebbero essere prese a priori e soprattutto non da un uomo.

Noi continueremo nel nostro operato di sensibilizzazione, rispettando ogni veduta, ma parteggiando sempre dalla parte della totale e completa libertà di scelta da ogni paletto morale e culturale, convinti che la coscienza collettiva, per nostra fortuna, non si farà abbindolare da tali crociate.

Da il Testamento di Tito, Fabrizio de Andrè:


“Feconda una donna ogni volta che l’ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore,
ma non ho creato dolore.”

Il riuso come scelta solidale

Nelle ultime settimane, a chi sarà capitato di camminare tra le strade di Calvi Risorta, avrà sicuramente notato particolari istallazioni, messe lì senza preavviso e senza alcune firma.

Quelle istallazioni avevano una grossa particolarità. Erano fatte con rifiuti. Scatole, mobili, travi, tetrapack, vecchi attrezzi e tanto altro sono bastati per poter lanciare l’ARTE DEL RIUSO a Calvi Risorta.

Quelle istallazioni sono state messe lì da noi, attivisti della Piccola Libreria 80mq, per lanciare la terza edizione del Mercatino di Natale Equo e Solidale, che si svolgerà il 15 dicembre tra le stradine del quartiere di Visciano a Calvi Risorta (o presso l’IAC Cales in caso di pioggia).

Abbiamo scelto questo modo alternativo di pubblicizzare la manifestazione perchè, con molta gioia, abbiamo scoperto che a Calvi Risorta ci sono molti artisti che si dilettano nel riuso dei materiali per fini artistici e noi ne abbiamo approfittato, principalmente grazie all’aiuto di Luca Carusone, studente d’arte caleno, che con molta fantasia ha ideato e creato le 3 istallazioni che abbiamo proposto in questi giorni.

Queste stesse istallazioni saranno visibili anche lungo il percorso del Mercatino, perché crediamo che il riuso sia uno dei cardini dell’impegno solidale in quanto riutilizzando è possibile avere una minor produzione di rifiuti che quindi impatterà positivamente sull’ambiente, e sulla salute di tutti.